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Ciao Alessandro, ma se il problema fossero le parole? Nel senso, il termine socialismo nell'opinione comune rimanda a vicende brutte, c'è poco da fare. Perché non cambiare parola?

E, soprattutto, cosa vuol dire socialismo? Se non viene spiegato è ovvio che le persone alzano le barricate, per il motivo di cui sopra. Bisogna mettersi nei panni delle persone, e chiedersi che effetto fanno le parole prima, e poi spiegarle in un momento successivo.

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Purtroppo questo è il rischio di esporsi con idee di qualsiasi natura che non siano mainstream.

Viva le idee ed i desideri, e specialmente viva chi è capace di condividerle con il mondo e non di tenersele chiuse a chiave nella propria mente !

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Mi fa piacere la tua e-mail. Leggevo in questi giorni il codice di Camaldoli (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Codice_di_Camaldoli) un elaborato di professori cattolici iniziato nel 1943 e terminato nel 1945. Partendo dal re Rerum novarum cercavano di delineare una società alternativa al fascismo basata su valori cattolici. Questi professori sono poi diventati l’ossatura della democrazia cristiana. Se la storia non ci avesse fatto passare i decenni di potere di democristiano potremmo certamente dire che alcuni di quei concetti erano certamente molto più innovativi di ciò che stiamo vivendo e,forse, alcuni condivisibili.

Ti ringrazio della tua e-mail e del dibattito aperto perché offre un’alternativa ed una prospettiva che ci può sottrarre dall’indignazione e portarci all’impegno.

Capirai che per la mia generazione, antecedente pochi anni al 1960, questa discussione ci è quanto mai cara. Può sottrarci da un senso di sconfitta e lasciarci un’idea del “dopo” positiva. Grazie e un caro saluto alessandro ricceri

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Quando hai parlato della paura di apparire distaccati dalla realtà e risultare sognatori/infantili mi sono sentito colpito veramente nel profondo. Poi la citazione a probabilmente la mia performance preferita di Gaber ha fatto il resto. In 8 minuti e rotti di lettura sento di condividere più cose con te che con persone che conosco nella mia, ancora abbastanza breve, vita. Forse se si ritornasse per davvero a Desiderare molte persone si sentirebbero come me

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Bellissimo articolo, io qualche anno fa ho seguito il tuo consiglio e ho cominciato a militare in un organizzazione politica.

Oltre alla s-word credo che dobbiamo entrare più nel pratico e cominciare a usare anche la parola nazionalizzazione ed esproprio, ovviamente senza rimborso. I ricchi non vanno tassati, ma vanno eliminati, non fisicamente ovviamente, ma togliendogli il patrimonio.

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Grazie Alessandro, dai voce ad un malessere che provo personalmente e, con me, penso molti altri. Sono combattuto e scoraggiato perché nel mondo vedo tante ingiustizie, tante cose che non mi stanno bene. E non riesco a restare indifferente. Nonostante io mi stia laureando e abbia trovato un lavoro, non riesco a guardare solo al mio orticello. Voglio che cambi realmente qualcosa nel mondo. Qual è la soluzione? Fare politica? Associazionismo? Non mi sento mai sufficientemente pronto. Spero di trovare un giorno il coraggio di Desiderare.

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