Non sentirti sol*.
Questo è uno dei motivi principali per cui ho iniziato, nemmeno un anno fa, a scrivere di disuguaglianze su Instagram e forse per questo oggi tu sei qui a leggere ciò che ti sto per dire.
Mi sono accorto in brevissimo tempo di essere circondato da parecchie persone che si definivano depresse o con disturbi d’ansia. Parlo di amici, di conoscenti, in un caso anche di un membro della mia famiglia. Ma forse più di tutto mi ha colpito un gruppo Facebook a cui ero iscritto, non so nemmeno bene il perché, dove utenti da tutta Italia condividevano i propri malesseri.
Non sono uno psicologo e non sono nemmeno bravo a mostrare empatia, nel mio non sapere come comportarmi ho provato vergogna e mi sono sentito impotente.
Avrei solo voluto dire a tutte quelle persone “Per quel che conta, non sentirti sol*”.
Erano troppe, non ci sono mai riuscito.
C’è tuttavia un pallino che accompagna da quando ho iniziato, a quindici anni, a fare politica e che mi ha permesso di spingermi fuori dal pantano in cui mi sentivo immerso: la convinzione che le persone possano costruire un mondo migliore cooperando e che, all’opposto, in una società disuguale gli individui conducano esistenze peggiori.
Una convinzione che mi ha costretto ad immergermi nel tema delle disuguaglianze per approfondirlo e che è stato il faro di quasi tutte le mie letture, anche di questa.
L’equilibrio dell’anima - Wilkinson & Pickett
La disuguaglianza è una delle cause principali della depressione e dell’ansia. Non è solo un’insopportabile ingiustizia politica ma si configura come una vera e propria violenza contro gli individui. In questo saggio Wilkinson e Pickett portano centinaia di studi, su scala mondiale, per supportare una tesi che è sottotitolo del libro stesso: perché l’uguaglianza ci farebbe vivere meglio. Perché i bambini poveri sono meno performanti a scuola? Perché gli americani tendono ad essere tre volte più ludopatici dei danesi? Perché in Italia si partecipa meno alla politica?
Ripoliticizzare i disturbi mentali è necessario per non sovraccaricare le persone di colpe o responsabilità che non hanno in quanto individui. E soprattutto per responsabilizzare la società (e quindi tutti i noi) dei limiti e delle contraddizioni del nostro modello.
Per chi ha letto il mio primo consiglio di lettura, le radici psicologiche della disuguaglianza (C. Volpato), questo è un libro simile in grado di ampliare il tema.
Consigliatissimo a chi non è un espert* e vorrebbe iniziare a leggere di più sulle disuguaglianze.
Alcune comunicazioni:
1) Purtroppo per alcuni problemi di carattere famigliare sto pubblicando un po’ di meno e soprattutto non sto rispondendo a tutt* i messaggi e le mail che mi arrivano. Cerco di fare del mio meglio, cerco di non lasciare indietro nessun*, vi chiedo solo un po’ di pazienza e se non dovessi rispondere per qualche giorno non fatevi problemi a scrivere di nuovo.
2) Come sempre vi chiedo, se potete permettervelo, di sostenere la mia indipendenza con un caffè. Non mi vedrete fare pubblicità di brand sui miei account, non troverete mai gli hashtag “#AD” tra i miei post o le mie stories. Il mio progetto è 100% Grassroots Politic, accetto solo sostegno dal basso: ovvero da voi! Ho attivato un account Buy Me a Coffe con cui potete offrirmi un caffè, che spero di poter bere dal vivo presto! Grazie alle 121 sostenitrici e sostenitori di questi mesi.
Questa settimana ringrazio in particolare Stefano, Alessia, Magda, Vanessa, Elena, Gabriella, Sarah, Giorgia, Sveva, Raffaele, Cristina, Maia, Tommaso, Luce(?), Na Habi Stella, Ilaria, Cecilia, Pier, Roberta, Alice, Ungaro(?), Paola, Cora, Anna, Annarita, Mara, Matteo, Francesco, Camilla, Viviana, Eric, Valeria e Tancredi.
Grazie di cuore, davvero.
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3) V.V.B.