Alessandro Sahebi

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L’essere umano è cattivo?

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L’essere umano è cattivo?

Tanto di quello che pensi su Sapiens potrebbe essere non vero

Alessandro Sahebi
Apr 23, 2022
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L’essere umano è cattivo?

alesahebi.substack.com

“Alessandro questa storia mi ha fatto stare male”. “Sono schifata”. “Mi viene da vomitare”.
Questi sono solo alcuni tra i centinaia di messaggi di questo tenore che ho ricevuto tra ieri e oggi in seguito alla mia ultima pubblicazione su Instagram.
Nelle Stories (che ho messo in evidenza nominandole “Tax the Rich 2”) ho raccontato alcune delle ingiustizie fiscali che favoriscono le multinazionali e, con un esempio molto banale, ho descritto come la ricchezza spropositata del suo fondatore, Jeff Bezos, sia un insulto a chiunque lavori con fatica.
Non ho mai avuto così tante visualizzazioni ma soprattutto non ho mai ricevuto così tante reazioni di disagio, frustrazione e rabbia.
Mi dispiace davvero, credetemi, ma questo è un buon segno per introdurre il consiglio di lettura di oggi. E vi dirò dopo il perché.

La teorizzazione dell’Homo Oeconomicus: siamo animali egoisti?

Cerca sempre di trarre il massimo vantaggio per sé e usa la parte razionale del suo cervello per raggiungere obiettivi basati sul suo innato individualismo. Vive in società ma solo a causa della paura e della diffidenza nei confronti del suo simile, o al massimo per convenienza. Se potesse fuggire dal giudizio sociale e dallo sguardo indiscreto dei propri pari calpesterebbe il prossimo, distruggerebbe l’ambiente ed eserciterebbe la prevaricazione in ogni sfera della sua esistenza senza provare alcun rimorso. Ha un'indole egoistica, cattiva. Lui è Homo Sapiens o Homo Oeconomicus, che dir si voglia. Questo è il cancro che la Natura ha sviluppato e da cui presto si spera si possa guarire. 

Quanti di noi si trovano grossolanamente d’accordo con questa affermazione? Secondo quanto ho potuto appurare da un sondaggio lanciato qualche giorno fa dal mio profilo - quindi non statisticamente rilevante, sia chiaro -  circa il 76% delle persone ritiene che Sapiens sia prevalentemente un animale egoista.
Ma c’è un “ma”.
Se da una parte avevo chiesto ai miei follower se ritenessero che l’Essere Umano si potesse inquadrare nella descrizione sopra riportata, dall’altra nella stessa raccolta di storie ho citato il celebre studio dell’economista Christoph Engel che nel 2011, insieme al suo team, ha raccolto oltre 200mila casi documentati tra ricerche di natura psicologica, sociologica ed economica, arrivando ad una tanto sorprendente quanto destabilizzante conclusione: in oltre due terzi dei casi Sapiens si comporta in modo solidale e cooperativo con i propri simili e lo fa in maniera disinteressata o addirittura a proprio svantaggio. Ovvero nello studio di Engel (e in centinaia di pubblicazioni di economia comportamentale, va detto) si nega la teorizzazione liberale dell’Homo Oeconomicus, un animale antisociale e prevalentemente egoista che mette la sveglia al mattino presto solo per il proprio tornaconto personale.
Dopo avere riportato i dati dello studio ho promesso che avrei consigliato un libro in merito nella mia newsletter rimanendo a mia volta sorpreso da un altro dato: in meno di 24 ore ho registrato oltre mille iscritti e iscritte qui, un record assoluto per questo canale.
Se dunque da una parte il mio pubblico sembrava rassegnato all’idea che l’Umano fosse per lo più egoista e cattivo, la sola prospettiva di poter sperare in una rilettura della nostra specie ha mosso molti di voi a cercare attivamente maggiori informazioni.
Possiamo parlare di un istintivo bisogno di ricerca del Bene? Non è una prova schiacciante ma certamente un buon indizio su cui riflettere. 

Gli studenti di economia sono più avidi

Non riuscirò a dimostrare in poche righe che l’Essere Umano sia fondamentalmente buono e per questo vi consiglierò un libro. Ma cercherò di spiegare cosa succede quando cominciamo a narrarci “cattivi” e per farlo citerò gli studi di Adam Grant per Psychology Today. Nelle facoltà di Economia di tutto l’Occidente la dottrina individualista-liberale e la visione antropologica dell’Homo Oeconomicus la fanno indiscutibilmente da padrone. Partendo da questo presupposto Grant e il suo team ha per anni monitorato il comportamento degli studenti e delle studentesse delle facoltà economiche di diverse Università per comprendere come l’insegnamento quasi ideologico dell’Uomo Egoista condizioni la mente di chi frequenta ambienti accademici orientati.
Secondo i dati raccolti da Grant chi studia economia è mediamente più avido, meno altruista, meno premuroso e si aspetta meno dal proprio simile. In un gruppo sociale dove si promuove l’interesse personale e l’egoismo questo cresce e condiziona i singoli.
Il risultato non sorprenderà chi conosce l’effetto Nocebo: meno studiato e molto più pericoloso dello speculare Placebo, Nocebo è l’effetto negativo su corpo e mente di un pensiero negativo o con aspettative basse. Banalmente nel convincermi di essere una brutta persona mi renderò una brutta persona, perché il mio cervello cercherà di rendere coerente la propria produzione narrativa e adatterà ogni mio comportamento affinché le aspettative non vengano tradite.
Succede ogni giorno con i nostri conoscenti, con i nostri avversari, con noi stessi.
E ovviamente con la società. 

Immaginare una società di individui disconnessi tra loro e in eterna competizione (come le teorie sedicenti razionali proposte troppo spesso nelle facoltà economiche) produce una società di individui disconnessi tra loro e in eterna competizione. E pur essendo una contraddizione della nostra natura, e lo vedrete nel libro, la profezia dell’Homo Oeconomicus si autoavvera a causa del potere narrativo di chi ne promuove l’esistenza.
Individui che agiscono per il solo interesse personale sono individui deboli, incapaci di sovvertire gli ingiusti rapporti di forza che ci governano, incapaci di promuovere solidarietà e cooperazione. Significa permettere alla concorrenza di invadere ogni campo del reale, ovvero rendere le leggi di mercato delle leggi di natura e farci sovrastare da esse.
Come afferma il Nobel Amartya Sen: "L'uomo puramente economico è davvero vicino all'essere un deficiente sociale". Una parentesi nella Storia umana che i nostri posteri forse chiameranno, un giorno, Nuovo Medioevo.

Il senso di giustizia

Raccontarci egoisti non è solo una storiella a cui dovremmo smettere di credere, raccontarci egoisti è il rinforzo quotidiano della prevaricazione del più forte sul più debole e dei pochi sopra i molti. L’Essere Umano Buono (seppur il termine sia ingenuo) non è un’utopia, è semplicemente come abbiamo vissuto per centinaia di migliaia di anni. E badate bene: non si tratta di negare l’ingiustizia o le contraddizioni che governano la nostra Storia e il nostro presente, si tratta di non autoingannarsi convincendoci che queste siano prevalenti nella nostra anima e scritte nel nostro Dna.
Quando ho sostenuto, all’inizio di questa mail, che l’aver generato rabbia, frustrazione e disgusto raccontando della disuguaglianza tra Bezos e un lavoratore abbia rappresentato un “buon segno” intendevo proprio questo: la mia storia ha stimolato il senso di giustizia collettiva che esiste in ognuno di noi. Ed esiste in ogni individuo. Sotto la crosta del malessere che mi avete espresso in centinaia c’è la straordinaria tendenza che abbiamo ad occuparci del prossimo e a ritenere l’eccesso e la prevaricazione inaccettabili elementi da estirpare dalla società.
Siamo naturalmente più giusti, più equi e più buoni di quanto si possa pensare leggendo i giornali mainstream. Si tratta solo di guardarci a fondo, con estrema franchezza.
E questo libro credo sia un buon inizio per guardarci allo specchio in modo diverso.
In un modo migliore.   

Una nuova storia (non cinica) dell’Umanità (Rutger Bergman) - Feltrinelli Editore 2019

Non aggiungerò molto, ho scritto tanto. Il libro di Rutger Bregman racconta una nuova versione non cinica degli ultimi 200.000 anni di storia umana, dimostrando che siamo fatti per la gentilezza e che siamo predisposti alla cooperazione molto più che alla competizione. Un libro estremamente destabilizzante, concreto, ricco di esempi e di facilissima lettura.
Un po’ ingenuo dal punto di vista politico (alcuni passaggi sulle ideologie li ho trovati poco puntuali) ma sicuramente un buon inizio per chi volesse approfondire.
Sto leggendo diverse letture in merito, per chi abbia il desiderio di spingersi un po’ più in là mi può scrivere una mail.

C’è un concetto, intuizione del filosofo Land, che amo parecchio: iperstizione. Ovvero la capacità del futuro di infestare il presente e determinarlo. Cosa succederebbe se cominciassimo a pensare davvero che l’Homo Sapiens svilupperà tutti gli strumenti necessari per migliorarsi e migliorare il proprio pianeta? Non posso dirvelo con certezza ma con buona probabilità torneremmo a fidarci gli uni degli altri e modificheremmo il nostro comportamento per rendere noi stessi delle persone migliori. Come l’effetto Nocebo, ma al contrario.
Come un’utopia, solo che per me succederebbe davvero.
Vale la pena provarci, almeno provando a leggere questo bel libro.

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Ho solo un “grazie” da darvi ma ci terrei a farvi sapere che viene dal profondo del mio cuore. Tutto qua!
A presto, un abbraccio forte 

Alessandro Sahebi

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L’essere umano è cattivo?

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1 Comment
Bea&Giò
Apr 23, 2022Liked by Alessandro Sahebi

Come direbbe Jessica Rabbit "Ci disegnano così" ;) :)

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