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Avatar di Simone

Grazie, Alessandro. Riflessione profonda ed attenta, e tanto più preziosa - considerato lo stato d'animo particolare, da cui nasce.

Personalmente, mi spingerei anche un po' oltre: la società "social" in cui siamo immersi, non solo privatizza l'infelicità, di fatto censurandola ed abrogando il suo potenziale di cambiamento... Fa di peggio, quando sostituisce alla normalità (che si compone ANCHE di ordinarietà e noia, quando non di vera e propria infelicità), una quotidianità fatta di sorrisi, successi, sforzi trionfali, foto sorridenti, perlopiù scattate in posti meravigliosi...

E' anche questo, che non va bene: non solo dobbiamo difendere il DIRITTO, di essere infelici... mi verrebbe quasi da dire addirittura, che è importante difendere il DOVERE di esserlo, almeno ogni tanto (beninteso, non si legga in questo un invito ad una "contrizione posticcia vetero-cattolica", quanto piuttosto un invito ad una sana onestà intellettuale, che comporti banalmente, almeno ogni tanto, l'ammissione - anche pubblica, anche "social", why not - della propria insoddisfazione ed inadeguatezza).

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Avatar di Canaria

Grazie mille. Questo pezzo ha colpito nel segno. Mi sento sola e paralizzata da quasi dieci anni. Io vorrei lottare, vorrei cambiare le cose. Ma ogni volta che provo a parlarne mi ritrovo ad essere la solita stronza che si lamenta ed esagera. Così sto zitta temporaneamente. Vorrei compagne e compagni di lotta. Vorrei dare un senso a tutto questo dolore.

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