Alessandro Sahebi

Share this post

Continuo a credere in Babbo Natale

alesahebi.substack.com

Continuo a credere in Babbo Natale

Quest’oggi ho ricevuto uno dei messaggi più belli. Ma prima di dirvi di cosa si tratta lasciate che vi racconti una cosa.

Alessandro Sahebi
Dec 24, 2021
73
2
Share this post

Continuo a credere in Babbo Natale

alesahebi.substack.com

Quest’oggi ho ricevuto uno dei messaggi più belli. Ma prima di dirvi di cosa si tratta lasciate che vi racconti una cosa.

Qualche settimana fa ho partecipato ad un dibattito di Vice Italia sulla riduzione delle giornate di lavoro. Sarò sincero, non sono molto contento della mia prestazione e nei giorni successivi ho dovuto ritagliarmi del tempo per analizzare e riflettere su alcuni passaggi ai quali avrei voluto (e potuto) rispondere molto meglio. Ma poco importa adesso.
Ad un certo punto una partecipante, fondatrice di un’azienda che - da quanto ho capito - produce e vende online gioielli artigianali, ha detto qualcosa che sul momento mi ha solo sfiorato, salvo lasciarmi parecchio interdetto qualche ora dopo: “Al giorno d’oggi si vende in rete e la rete non conosce orari - ha sostenuto convinta - I clienti vogliono il customer service anche di notte e non si può non soddisfare quelle che sono le esigenze di questi tempi”.
Badate bene questa non è un’anomalia, questa è la normalità.

Tuttavia non vi sembra manchi qualcosa? Trovo nei fatti disarmante quanto l’impianto argomentativo di quella donna si sia pericolosamente concentrato esclusivamente sulla crescita della propria azienda e sulla soddisfazione assoluta (dal latino ab solvere, ovvero sciolto da ogni vincolo) del proprio consumatore.
Nell’equazione da lei esposta è mancato clamorosamente, ad esempio, un interesse sincero per un altro importante fattore: il benessere di chi lavora. Costretti ad un turno notturno per soddisfare lo stupido capriccio di altri esseri umani, lavoratrici e lavoratori pare siano da questa azienda impiegati nel rispondere agli impazienti dubbi e alle perplessità di chi ha deciso di acquistare collane e orecchini alle 2 del mattino.

L’importanza dei riti collettivi, la loro fine e Babbo Natale

Non c’è festivo, non c’è domenica, non c’è orario che tenga. Tutto questo ci sembra normale, anche quando tradisce la nostra stessa natura.
Uno degli oggetti di studio più misteriosi e interessanti della materia antropologica è quello del rito collettivo: quasi tutte le comunità stanziali di Homo Sapiens hanno infatti sviluppato all’interno del proprio impianto culturale sospensioni collettive del tempo “ordinario” (quello che tipicamente impieghiamo per assolvere alle nostre imprese individuali) in favore di riti straordinari in cui le comunità si riuniscono e, il più delle volte, celebrano qualche cosa. Che sia una festa, un sacrificio o un giorno di riposo il rito collettivo è ciò che ci ricongiunge alla nostra dimensione sociale e ci fa sentire parte di qualcosa di più grande. Parteciparvi significa essere inclusi. Significa esserci, riaffermare la nostra natura di animali sociali.

Essere costretti a lavorare quando la propria comunità generalmente sospende le attività ordinarie - come la notte, la domenica o il giorno di Natale - per molti è uno strappo violento da una fondamentale componente del benessere quale è la socialità. L’impossibilità di governare autonomamente i propri tempi e la difficoltà di conciliarli con la vita privata sono fattori di rischio per la salute. Secondo quanto emerge da numerosi studi e per ciò che affermano numerose agenzie istituzionali queste condizioni possono portare gli individui all’esclusione, alla depressione o a forme dannose di stress e ansia.
Sia chiaro, in alcuni casi è necessario sacrificarsi ed autoescludersi dalla sospensione collettiva dell’ordinario (penso a medici ed infermieri, o alle forze dell’ordine), ma è davvero così impensabile immaginare di porre un limite alla religione della crescita e del profitto?
Perché per vendere un paio di orecchini online un padre non può passare un pranzo domenicale con il resto della propria famiglia? Quale buon motivo deve portare una studentessa a non godere di una serata con gli amici poiché posta a fare da parafulmine alle paranoie notturne del consumatore insonne? Davvero dovremmo tenere i fast food aperti anche alle 3 del mattino e il giorno di Natale?
Solo porsi la questione ci fa apparire agli occhi dei più come dei retrogradi o degli oziosi. L’unico rito collettivo al quale siamo chiamati sommessamente ad obbedire sembra essere così quello del consumo. Ogni ricorrenza è stata infatti trasformata, attraverso una narrazione efficace, in una buona occasione per mercificare il reale.
Tutti gli aspetti un tempo costituenti del rito, dalla socialità al riposo passando per il divertimento e per il godimento di tempo non proficuo, sono stati scalzati dalla fede nella crescita come unico motore del benessere.
Siamo passati, per pura convinzione ideologica, dall’economia al servizio delle persone alle persone al servizio dell’economia.

Il tempo per partecipare ad un rito collettivo è un diritto? Dovremmo forse riaffermarlo, senza paura di apparire obsoleti o radicali. Questo non significa credere ossequiosamente nei riti in quanto religiosi, magici o sacri - la storia umana ne ha collezionati di veramente orribili e terrificanti - ma è necessario tornare a credere nel significato sociale che i riti straordinari hanno nella nostra esistenza di individui e di cittadini.
Può non piacerci il Natale in sé, possiamo non credere al suo significato e non aderire alla sua simbologia ma non possiamo non ammettere che, anche nella sua versione più laica, ricopra un’importante funzione per le persone e per le famiglie.
Per questo, con la dovuta leggerezza e ironia, cerco di credere fermamente in Babbo Natale nella sua versione più magica (e meno consumista!) e nella sua dimensione di simbolo sociale: perché le famiglie o i gruppo di individui dovrebbero avere il diritto di partecipare, se e come credono, a questo rito sentendosi liberi dalle catene del bisogno e senza la pressione di un sistema che già li schiaccia durante il resto dell’anno.
In questi giorni dovremmo tutte e tutti essere semplicemente dove amiamo stare, con chi amiamo stare. Anche solo con noi stessi. Ma rigorosamente fuori dall’ordinario.
E mi auguro che il vostro Natale possa essere davvero così.
Qualsiasi sia il valore che darete a quel giorno.

Consiglio di lettura: Colin Crouch - Postdemocrazia
La partecipazione attiva al dibattito politico è la caratteristica fondamentale di una società democratica. In questi primi anni del XXI secolo assistiamo invece a una crescente passività dei cittadini occidentali. Questo libro, se ricordo bene, non parla né del Natale né dei riti collettivi. Ma cerca di rispondere, in un modo straordinariamente sintetico e lucido, ad una questione: come abbiamo potuto permettere che sfere un tempo protette dalla religione capitalista oggi ne siano totalmente sottomesse? Tempo, democrazia e linguaggio: come sono stati travolti?
Per il resto è Crouch, per chi lo ha già letto in altre sue opere non credo ci siano molte altri modi per presentarlo, per chi non lo avesse ancora fatto non mi ritengo degno di aggiungere altro. Un libro scorrevole e accessibile. Un buon auto-regalo per Natale.

Ah già, il messaggio!
Oggi ho pubblicato delle storie sulla crisi del sistema partito. Le trovate in evidenza sul mio profilo, anche solo sintetizzandole allungherei questa - già lunga - newsletter.
Tra i tanti messaggi ricevuti in queste ore il più bello recitava così: “Le tue storie mi hanno dato il colpo di grazia, torno a fare politica attiva”.
Chiudo questo strano ma intenso 2021 con tanti fallimenti ma anche tante gioie. Una sicuramente è questa: il granello nell’ingranaggio, quello che serve per fermare questo folle ciclo, siamo noi. Siamo noi ogni volta che decidiamo di unirci. Sapere che anche una sola tra i miei follower è tornata nell’attivismo grazie (anche) ad un mio post mi riempie il cuore di gioia e mi convince a proseguire nel mio lavoro.
Grazie.

Per concludere

Prima di congedarci se volete e ovviamente solo se ve lo potete permettere vi invito, concedendomi una licenza natalizia, ad offrirmi due caffè anziché uno.
Il primo per sostenere la mia indipendenza e il mio progetto di divulgazione. Come forse saprete non accetto proposte di collaborazioni commerciali e tutto il mio giornalismo è 100% grassroots. Potete offrirmi un caffè su Buy Me a Coffe a questo link https://www.buymeacoffee.com/alesahebi. Un grazie di cuore a tutte e tutti i 386 sostenitori e sostenitrici, con cui spero di bere un caffè dal vivo presto.

Il secondo caffè vi chiedo di offrirlo alle Brigate Volontarie per l’Emergenza di Milano (su IG @brigate_volontarie) per lo straordinario lavoro a sostegno degli ultimi. Ho scelto questa associazione per la sua completezza. Aiutano i poveri ma non si limitano a questo: si domandano (e ci domandano) anche perché esiste la povertà. Un lavoro di sensibilizzazione e aiuto concreto che è politica vera. Conosco qualcuno di loro e hanno la mia piena fiducia.
Potete conoscere le Brigate Volontarie e donare sul loro sito internet
https://www.brigatevolontarie.org/cosa-puoi-fare/sostieni/

Grazie davvero, per essere arrivat* fino a qui, per questo anno incredibile e per continuare a credere nel mio progetto.
Un abbraccio forte e buone feste.
Ci rivediamo a gennaio, spero con tante altre riflessioni.

Alessandro Sahebi

2
Share this post

Continuo a credere in Babbo Natale

alesahebi.substack.com
2 Comments
Carla Cannas
Dec 24, 2021Liked by Alessandro Sahebi

La più bella lettera di Natale di quest’anno, grazie❤️

Expand full comment
Reply
AstroGeneva
Writes Cronache di AstroGeneva
Jan 24, 2022

Vivo in Francia, dove la discussione sugli orari di lavoro si è sviluppata in maniera interessante, negli ultimi vent'anni. Ancora ricordo la faccia sgomenta di molti turisti italiani che la domenica non trovavano tutti i negozi ed i magazzini aperti. Quindi, come si diceva in un famoso film, "si può fare!". Anche se questo non risolve, se non in minima parte, le tante questioni legate ai rapporti tra economia e socialità. Buon anno!

Expand full comment
Reply
TopNewCommunity

No posts

Ready for more?

© 2023 Alessandro Sahebi
Privacy ∙ Terms ∙ Collection notice
Start WritingGet the app
Substack is the home for great writing